Frati domenicani fra due e trecento (spogli di carte d’archivio)

I domenicani furono “religiosi appartenenti all’ordine dei predicatori fondato da San Domenico di Guzmán nel 1206 e approvato da Onorio III il 22 dicembre 1216.
La salvezza delle anime mediante la predicazione e l’insegnamento è la finalità dell’ordine. Contemplata aliis tradere è il suo motto, che inchiude due vite: la contemplativa e l’attiva. Con la prima l’ordine prese dal monachismo tutte le osservanze regolari, l’ascetismo, il silenzio e le pratiche penitenziali e liturgiche, innestandovi, con lo studio e la predicazione, l’attività più ampia, creando così un tipo nuovo rispondente ai tempi.
Dall’equilibrio tra la vita attiva e la contemplativa è dipesa la fioritura o la decadenza dei domenicani ...

Nella predicazione si distinsero [...] San Pietro da Verona (1206-1252), [...] il beato Ambrogio Sansedoni senese (1220-1286); e sopra tutti il beato Giordano da Pisa (m. 1310) [...]. Negli studi e nell’insegnamento i domenicani raggiunsero un dominio incontrastato in tutto il medioevo, organizzando le loro scuole conventuali con rigorosa disciplina. Non si apriva un convento senza la scuola. Dallo studio conventuale si passava agli studia solennia, che erano nei grandi conventi, e poi agli studia generalia, come Parigi, dove si andava per prendere i gradi [...] *.

Grandi e gloriosi conventi furono quelli di Firenze – fondato nel 1219 e con l’attuale sede di Santa Maria Novella concessa nel 1221 e trasformata a partire dal 1279 – e di Santa Caterina d’Alessandria di Pisa già persistente come ospedale e poi tra 1220 e 1221 luogo domenicano.
Non sono però argomento di questo nostro piccolo studio le origini, le relazioni e le opere dei frati e dell’Ordine e e la descrizione monumenti conventuali di queste due città. Lo sono, come di consueto, i contributi archivistici, senza alcuna ambizione di completezza e, in questa sede, riguardanti i nomi dei frati domenicani così come sono apparsi a seguito di occasionali spogli di carte pisane.

Qualche precisazione. Tali documenti sono redatti secondo lo stile cittadino del calendario “ab Incarnazione” (dal 25 marzo al 31 dicembre un anno avanti rispetto allo stile comune).
I frati citati di varia provenienza sono quelli partecipanti ai capitoli, cioè la maggior parte e non la totalità dei dimoranti nel convento.
Fu priore di Santa Caterina di Pisa tra 1293 e 1296 fra Giacomo Bianconi da “Mevania”, cioè Bevagna (Perugia), beato domenicano che durante il suo governo provò “gravissima afflizione d’animo” per vedere il popolo della città “per la maggior parte nel partito gibellino e ribelle alla Chiesa” **.

Ma non fu noto e beato per le sue preferenze politiche. Così invece appare nella scheda di Santi, beati e testimoni:

“La nascita di Giacomo Bianconi fu preceduta e accompagnata da segni miracolosi. Il più insolito fu l’apparire di tre fulgidi astri nel cielo, ognuno dei quali portava la figura di un domenicano, i quali brillarono non solo tutta la notte, ma anche la mattina seguente, giorno della sua nascita. Al loro apparire alcuni fanciulli cominciarono a gridare: “A scuola, a scuola, perché già sono nati i maestri!”. Ed infatti, in quel tempo, nacquero tre santi e dotti domenicani: Giacomo da Bevagna, Ambrogio Sansedoni e Tommaso d’Aquino. Giacomo, ancora giovanetto, a sedici anni, vestì l’abito domenicano nel convento di Spoleto. I suoi passi nella santità e nella dottrina furono da gigante. La penitenza e l’adorazione furono le fonti genuine a cui attinse quel fuoco di carità che fece di lui uno dei più grandi apostoli e predicatori del suo tempo. Fondò il Convento di Bevagna, che governò più con gli esempi che con l’autorità. Estinse nell’Umbria la setta dei Nicolaiti, che spargeva innominabili errori e ottenne con la sua santa parola l’abiura del suo capo. Ha scritto due opere: “Specchio dell’umanità di Gesù” e “Specchio dei peccatori o ultimo giudizio universale”.
Vicino a morire, si fece portare dell’acqua fresca per rallegrare con un ultimo miracolo i suoi confratelli. A una sua benedizione quell’acqua si cambiò in vino generoso e, quando tutti ebbero bevuto, dolcemente spirò. Era il 15 agosto 1301.
Il suo corpo riposa nella chiesa cittadina di San Giorgio. Gesù lo aveva rassicurato della sua eterna salute con una miracolosa aspersione del suo preziosissimo sangue. Papa Clemente X il 18 maggio 1672 ha confermato il culto”.

Frati predicatori (dominicani) tra due-trecento (spogli pisani)

1232 (1233 s.p.) fra Bene priore di Santa Caterina di Pisa.

1248 fra Vitale Deotaviva, fra Pietro, fra Bartolomeo, Nascenpace di Ghiandolfino novizio (casa dell’ospedale dei frati predicatori).

1250 fra Giovanni da Todi.

1291 frate Munio maestro dell’Ordine, sua lettera da Genova.

1292 fra Stefano maestro, descrizione sigillo: “sigillo magistri dicti ordinis cereo in quo erat impressa ymago Ihesu Christi in cruce et cuiusdam fratris adorantis eum”.

1293 (1294 s.p) fra Iacopo da Bevagna priore, fra Ranierio Segalorzo, fra Giovanni da Calcinaria, fra Oddone.

1293 frate Iacopo da Bevagna priore, fra Pietro da Vico subpriore, fra Ranieri Maturi, fra Giovanni Masca, fra Nicolaio, fra Angelo, fra Ranieri Segalorzo, fra Oddone di Pace, fra Iacobo di Bergo, fra Petruccio “de Trocto”, fra Bartolomeo e fra Ugolino de Prato (?), fra Ugolino da Firenze e fra Lorenzo da Vada.

1294 (1295 s.p.) fra Ranieri Maturo rettore spedale di San Ranieri di Livorno, sua rinuncia; capitolo: fra Iacobo da Mevania priore, fra Giovanni Masca, fra Ranierio Segalorzo, fra Ugolino da Vico, fra Bernardino da Peccioli, fra Monaldo da Firenze, fra Giovanni di Forte, fra Oddone di Pace, fra Iacobo “Musaccho”, fra Pietro de Trotta, fra Pietro da San Faustino, fra Tederigo da Bologna, fra Giovanni da San Sisto, fra Domenico da Parlascio, fra Guidone Murscio, fra Giusto subpriore, fra Pietro da Vico, fra Angelo da Viterbo, fra Iacobo di Bergo, fra Bartolomeo Ciaffo, fra Michele di Oddone “theotonico”, fra Gerardo “de Curtibus”, fra Manno da Cascina, fra Fazio da Donoratico, fra Ugolotto da Firenze, fra Bonifazio dalla Garfagnana, fra Paolo da Foligno, fra Ubaldo “de Cantone”, fra Lorenzo da Viterbo, fra Filippo da San Luca, fra Thoma “de Sciontis”, fra Lazzarino da Oliveto, fra Giovanni da Calcinaria.

1295 fra Bartolomeo Ciaffi priore, fra Stefano da Vico, fra Ranieri Maturi, fra Bartolomeo da Via di Santa Maria, fra Ranierio Segalorzi “scolaris lectoris” [professore nello Studio], fra Monaldo fiorentino, fra Oddone di Pace, fra Giovanni da San Sisto, fra Uguccione di Roberto, fra Marino soppriore, fra Pietro da Vico, fra Iacobo di Bergo, fra Michele di Oddone tedesco, fra Guidone di Alberto, fra Guidone “de Fraxia”, fra Bonifacio di Garfagnana, fra Lazzarino di Guidone Murci (?), fra Fazio dei Gualandi, fra Giovanni di Forte del convento di Pistoia, fra Giovanni “de Cantone” del convento di Santa Maria Minerva, fra Galvano da Calcinaria del convento "ananino" (Anagni).

1298 (1299 s.p.) fra Paolo dei Pilastri di Firenze priore di Santa Caterina.

1300 (1301 s.p.) fra Bonaccorso del fu Provinciale da Peccioli spedalingo deceduto, fra Latino priore, fra Ranieri Maturo.

1300 (1301 s.p.) fra Leo da San Sisto, fra Marino da Cascina.

1302 fra Iacopo di Donato e fra Orlandino.

1309 (1310 s.p.) fra Bartolomeo Ciaffi priore di Santa Caterina, fra Oddone di Pace.

1311 (1312 s.p.) fra Giovanni de Calcinaia sindaco e procuratore.

1311 (1312 s.p.) fra Lando, fra Latino da Firenze.

Paola Ircani Menichini, 12 settembre 2025. Tutti i diritti riservati.


* Innocenzo Taurisano, Domenicani, in Enciclopedia Italiana (1932).
** Filippo Angelico Becchetti, Vita del beato Giacomo Bianconi di Bevagna dell'ordine de' predicatori ..., Roma 1785, pp. 34, 91.
*** Franco Mariani in Santi Beati e testimoni (https://www.santiebeati.it/dettaglio/90797).




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